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Il generoso amore


Un contadino un giorno porta 10 mele in regalo ad un pastore.
Il pastore le prende e ringrazia.
Uno è generoso e l’altro egoista?
Dopo qualche giorno il contadino regala di nuovo al pastore altre 10 mele.
Il pastore chiede al contadino se è proprio sicuro di volergliele regalare.
Il contadino risponde di si, che è felice di regalarle e che non vuole nulla in cambio.
Il pastore le prende e ringrazia.
Uno è generoso e l’altro egoista?
Il contadino porta ancora altre 10 mele al pastore.
Il pastore dice che non può accettarle, che è un regalo troppo grande, che un regalo così lo mette in difficoltà.
Il contadino insiste.
Il pastore, sentendo quanto è importante per il contadino l’accettazione di quel regalo, le prende e ringrazia.
Uno è generoso e l’altro egoista?
Il contadino un giorno chiede al pastore se può ricevere un secchio del suo latte per farne del formaggio.
Il pastore dice che gli dispiace, ma non glielo può dare, perché a lui è indispensabile.
Uno è generoso e l’altro egoista?
Il contadino insiste a chiedere il latte, affermando che ora sarebbe giusto riceverlo.
Il pastore dice che gli dispiace ma che un secchio non glielo può proprio dare. Quello che può fare è dargliene una piccola brocca.
Il contadino la prende, non ringrazia, ma anzi continua a dire che è troppo poco e che non è giusto.
Uno è generoso e l’altro egoista?
Se nella relazione d’amore, voglio essere generoso e dare amore, posso farlo.
È bello.
Quando sono certo di ricevere poco amore e allora inizio a lamentarmi, posso farlo, è comprensibile che io mi senta così, ma sono generoso?
Sono ancora generoso?
Sono davvero il generoso dei due?
Esiste un conflitto di interessi.
Posso essere credibile se io sono un persona che dona e vedo te non essere generoso con persone accanto a te.
In un caso simile posso percepirmi generoso e ritenerti egoista.
Posso essere credibile mentre definisco te egoista e me generoso.
Ma sono credibile quando mi definisco io generoso e te egoista perché tu non dai delle cose a me?
Quando io mi lamento dell’amore che non mi dai, io sto proprio in questa posizione:
definisco te egoista, perché io non ricevo abbastanza.
TU sei l’egoista, perché IO non ricevo abbastanza.
Non c’è qualcosa che non torna?
Molte volte in amore ci sentiamo in una rabbia giusta perché noi diamo tanto, “amiamo di più”, e l’altro dimostra troppo poco amore per noi.
Ma è poi davvero così giusta la nostra rabbia?
È corretta la nostra sensazione di essere stati traditi, ingannati, usati e gettati via?
È “davvero vero” che noi siamo i portatori del “nobile amore” mentre l’altro è portatore solo del suo “egoico egoismo”?
Noi sentiamo che si è accumulata una disparità: io ti ho dato 30 mele, e tu hai ricambiato con solo una misera piccola brocca di latte.
Sentiamo che l’altro ha un debito d’amore che sta tradendo.
Ma è sicuro che l’altro abbia un debito?
Lo avrebbe se fosse stato l’altro a chiederci le mele, promettendoci che le avrebbe restituite prima o poi, o compensate con il suo latte.
Ma siamo sicuri che noi all’inizio l’abbiamo posta come la creazione di un debito che andava ad accumularsi?
L’altro ha avuto la possibilità di scegliere in modo consapevole l’accumulazione di quel debito?
O forse noi non abbiamo esplicitato il debito che si stava creando, perché avevamo troppa paura che l’altro ci dicesse da subito di no.
Forse avevamo paura che rifiutasse tutte le nostre mele.
Potremmo avere assolutamente ragione nel pensare di aver “speso male” le nostre mele, donandole a qualcuno che non ha ricambiato adeguatamente.
Potremmo avere assolutamente ragione nel decidere di non donargli più niente.
E magari faremmo davvero bene a decidere di andare a fare scambi altrove.
Ma siamo nel giusto quando ci percepiamo più generosi dell’altro?
Più buoni dell’altro?
Più capaci d’amore di lui?
Spesso arriviamo rabbiosamente a pensare: «tu non mi ami quanto ti amo io».
E in quel momento ci sentiamo come fossimo la parte nobile dei due, come se avessimo gettato perle ai porci. E allora ci sentiamo sporchi noi stessi, per esserci buttati via, per aver sprecato il nostro cuore con chi non lo meritava. Ci sentiamo umiliati, avviliti, e stupidi, terribilmente stupidi.
Ma forse non eravamo stupidi, ma fragili.
Non eravamo illusi e disposti a farci umiliare, ma solo tremendamente bisognosi.
E forse l’altro non è, come ci sembra ora, il mostro egoista pronto a masticarci e a sputarci, ma solo una persona che ha accettato le nostre mele, le ha gradite, ci ha ringraziato, ma che non aveva abbastanza latte per poterlo dare a noi.
Quando una persona a cui abbiamo dato amore si tiene il suo cibo affettivo per se, noi lo percepiamo egoista.
Ma quando noi vogliamo l’altro, anche quando l’altro non se la sente di darsi a noi, la verità è che è lui ad essere diventato il cibo.
E il nostro non è amore, ma fame.
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Grazie quando commentate, sento che ci siete.
Vi chiedo di non copiare e incollare, gentilmente.
Grazie quando vi va di condividere il post.
Bruno

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