Panta rei…
Che poi significa: non credere ai tuoi occhi.
Almeno, non crederci in senso assoluto.
Tanto più nei luoghi in cui lo scorrere è ancora più inevitabile, ancora più veloce.
Puoi credere un poco ad un sasso: il suo permanere è più duraturo del tuo.
Puoi credere che cadrà vicino a dove lo stai lanciando.
Puoi credere che la sua traiettoria sarà in qualche modo prevedibile.
Ma non puoi farlo con la vita, con le persone, con le emozioni, con i pensieri, con i sentimenti, con l’anima.
lo scorrere è la loro più profonda e potente natura.
Ogni cosa che vedi in questo momento, sta già cambiando.
Ogni fotogramma del film che guardi, è già un altro, ed un altro, ed un altro e ti sta inesorabilmente portando altrove.
Quando sei di fronte ad un tuo sentimento, ad una tua emozione, ad un pensiero, non credergli.
Quando sei di fronte ad un sentimento dell’altro, alle sue emozioni, ai suoi pensieri, non credergli.
Ciò che vedi è già morto e sta già rinascendo in altra forma.
Ciò che vedi è solo il seme di chissà quale germoglio.
Ciò che vedi è solo la sorgente di un fiume che deve ancora rivelarsi e tracciare la sua strada; un fiume che non sai quali curve e rettilinei disegnerà, quali campi irrorerà, quali viandanti un giorno trasporterà nel suo cammino.
Non credere alla forma di ciò che vedi, non credere alla sua permanenza, non credere ad una sua assolutezza.
Credere a ciò che vedi equivale a guardare il primo frame di un film che non conosci, poi chiudere gli occhi e le orecchie e convincerti che ciò che hai visto sia l’intera storia, sia il film intero.
Apri gli occhi, invece.
Guarda.
Guarda con gli occhi bene aperti, ma non credere in ciò che vedi.
Lasciati attraversare dallo scorrere delle cose, della vita, delle anime.
Certo, l’ignoto ci fa paura.
Per questo preferiamo trattare il presente come fosse un immobile passato, invece che spalancare gli occhi di stupore guardando ogni istante attuale come inarrestabile porta del futuro.
Ma se inavvertitamente permetteremo alla paura di rubarci il domani nascosto in ogni oggi, allora inchioderemo ogni nuovo ad un vecchio, ed uccideremo il fluire.
Ti amo, ti odio, ti piaccio, non mi vuoi, ho bisogno di te, farò da solo, aspettami, vado via, abbracciami, non mi toccare, è così, basta, ancora, è questo ciò che voglio, è questo ciò che voglio, è questo ciò che voglio…
Guardali, ascoltali, ma non credergli.
Ogni attimo presente è un mistero.
Credi alla sua essenza di vita.
Non alla sua crosta morta, alla sua forma impermanente, al suo effimero apparire.
Panta rei.
Non credere ai tuoi occhi.
Ciò che è, tra poco sarà altro.
Non credere che quello sia il luogo in cui dovrai stare.
Non chiederti perché sei finito lì.
Chiediti dove vuoi andare.
I vostri commenti mi nutrono, grazie.
Grazie per NON copiare e incollare.
Grazie se avete voglia di condividere.
Photo by Ivan Vranić on Unsplash