C’è un me, invisibile a me?
In amore, da come risponderò a questa domanda, dipenderà tutto il resto.
Se penserò che non c’è, allora vorrà dire che tutto ciò che io faccio all’altro, e ciò che gli ho fatto, mi è visibile.
Che lo so.
Che io so bene cosa ti ho fatto e cosa non ti ho fatto.
Questo vuol dire che quando vedo che hai iniziato tu a farmi male, saprò che non avevo iniziato io.
Se vedo che mi hai fatto una cattiveria senza ragione, saprò che me l’hai fatta senza ragione.
Se vedo che le tue reazioni sono sproporzionate alle mie azioni, saprò che il male che posso averti fatto io non è equiparabile al male che mi stai facendo tu.
Se vedo che mi hai tradito, e che non avevi buone ragioni per tradirmi, allora vorrà dire che mi hai tradito non per dolore, o per vendetta, o per disperazione, ma mi hai tradito perché sei una persona che tradisce.
Che tradisci perché ti conviene farlo.
Oppure c’è un me, invisibile a me.
Ed allora tutto cambia.
Allora forse ci siamo andati ad aggrovigliare in un rimbalzare invisibile di azioni e reazioni, di dolore su dolore, difesa aggressiva su difesa aggressiva, chiusura su chiusura, fuga su fuga, lacerazione su lacerazione, vendetta su vendetta.
Se esiste un me invisibile, può essere che questo me abbia partecipato a questo corpo a corpo violento, a mia insaputa.
E può essere che un “te invisibile a te”, mi abbia devastato senza accorgersene e senza volerlo.
Allora forse non sono io chi è colpito e tu chi colpisce.
Allora forse siamo solo due cuori flagellati e feriti.
Due cuori ciechi a molto di ciò che stava accadendo.
Due cuori che vorrebbero amare, ma che non sanno come fare.
Due cuori sinceri, che si sono fatti male a vicenda,
nella stessa misura, mentre stavano soltanto cercando di starsi vicini ed essere felici.
Se c’è un me, invisibile a me…
allora mi sarà possibile amare, solo quando sarò capace di vedere l’invisibile.
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Bruno
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