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Pensieri

Il dialogo con la realtà

Procedere utilizzando un approccio dialogico, significa mettere tutto me stesso nel mondo, accettando che il mondo metta tutto sé stesso in me.

Significa impegnarsi al massimo nello sforzo, senza pretendere di controllare l’esito.

Cioè sapere che a prescindere da quanto bisogno ed energia io possa mettere in un obiettivo, ciò che si realizzerà sarà sempre una risultante della mia forza unita alla forza del mondo, che spesso sarà maggiore della mia.

Cioè che mai avrò qualcosa esattamente come l’ho voluto, ma sempre come l’ha voluto anche la realtà.

Significa capire che qualsiasi mio sogno, desiderio, fantasia, progetto sarà sempre e soltanto una bozza ispiratrice, ma mai verranno realizzati esattamente come erano stati immaginati.

Significa affrontare con iniziativa e determinazione le cose fondamentali, e lasciare che “vadano come vadano” tutte le altre.

Significa mettercela tutta a trasformare ciò che sento vada trasformato, ma alla fine di ogni tentativo accettare e amare la risultante che emerge, esattamente come è, per poi magari tentare ancora nel prossimo passo.

Significa usare la grinta, ma depurarsi completamente da amarezza e rabbia.

Cioè volere intensamente, ma mai pretendere.

Provare tristezza e dolore quando si è impotenti, ma mai fastidio e rancore.

L’approccio dialogico non è passivo, non è remissivo, non è rinunciatario; però non è ottuso, impermeabile, ossessivo e pretenzioso.

L’approccio dialogico infatti non è un monologo:

dice ma anche ascolta; ascolta, ma anche dice.

L’approccio dialogico sa che qualsiasi tentativo di modellare l’altro da sé, chiede in cambio la disponibilità a farsi modellare dall’altro da sé.

“Se guardi nell’abisso, l’abisso guarda in te”.

Provare ad incidere sul reale con le proprie intenzioni, significa accettare contaminazioni, integrazioni reciproche, commistioni, mescolanze, sinergie, simbiosi.

Se l’io vuole avere un posto nel mondo, deve permettere che il mondo abbia un posto nell’io.

Se voglio incidere, devo accettare di venir inciso.

Se voglio modellare devo accettare di venir modellato.

Se voglio inseminare, devo accettare di venir inseminato.

Se voglio essere fiore di primavera, devo accettare di essere foglia d’autunno.

È con l’accettare di morire, che ci doniamo al nascere.

Nascere e morire,

ogni tutto nelle sue parti,

ogni parte nel suo tutto,

e così sia.

Grazie di non copiare e incollare, mi fate un grande dono quando condividete i post, grazie quando mi parlate.

Bruno

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