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Salva la tua casa dal fuoco.

Quando qualcosa brucia vuol dire che un enorme calore sta disgregando le sue molecole, sta distruggendo la sua struttura.
Ma noi non possiamo vedere quella distruzione che sta accadendo dentro, a livello molecolare. Noi vediamo fuori la fiamma che divampa, e allora sappiamo che il calore, dentro, sta distruggendo quella cosa.

Così è la sofferenza.
Soffriamo se qualcosa ci aggredisce dentro, lacera la nostra struttura. Ma il nostro dolore dentro non si vede, si vede la fiamma: rabbia e disperazione.
Pensiamoci bene.
Quando qualcuno è nella rabbia vuol dire allora che c’è dolore.
Tra dolore e rabbia c’è lo stesso rapporto che c’è tra il legno che brucia e la fiamma che fa.
Non può esistere fiamma senza una sostanza che brucia e si distrugge.
Non esiste rabbia senza un dolore da qualche parte che la produce.

Quando una persona viene da noi arrabbiata, ci tratta male, ci rimprovera, ci urla contro o ci esprime tutta la sua insofferenza e il suo odio, allora vuol dire che qualcosa dentro di lei brucia e la sta distruggendo di dolore.

Se qualcosa divampa di rabbia allora dentro brucia di dolore.

Noi possiamo pensare che non è giusto che quella cosa abbia preso fuoco.
Possiamo pensare che non avrebbe dovuto prendere fuoco.
Può far rabbia a nostra volta che abbia preso fuoco.
Ma tutto ciò non cancella il fatto più importante: quella fiamma ci dice che qualcosa si sta distruggendo.
Quella rabbia ci dice che qualcosa in quella persona è devastata di dolore.
Non importa, in quel momento, se quel dolore sia giusto o sbagliato (se mai possa esistere un dolore “sbagliato”).
Forse abbiamo ragione noi a pensare che quel dolore non avrebbe dovuto esserci e abbiamo ragione a dire che esso aggredisce anche noi.
Forse abbiamo ragione a pensare che quel dolore dell’altro prende origine da qualcosa di ingiusto, dal suo egoismo, dalla sua pretesa, dalla sua cattiveria.
Forse è così, ma non importa molto mentre le fiamme divampano.
Non importa, in quel momento, perché questo non cambia la natura di ciò che sta accadendo.
Ciò che sta accadendo è che un dolore sta producendo rabbia e quella rabbia sta distruggendo tutto.
Prima la stessa sostanza che brucia e poi tutto ciò che gli è attorno.

Le persone che ami in molte occasioni verranno a mostrarti il loro dolore rimproverandoti, trattandoti male, urlandoti contro, offendendoti, aggredendoti.
La loro rabbia sarà probabilmente ingiusta, ma il loro dolore non sarò giusto o ingiusto, sarà vero.

Pensare che quella rabbia sia ingiusta ci porta a non ascoltare cosa ha da dire.

Ma non ascoltare cosa ha da dire significa fregarsene del dolore che c’è dietro, del dolore della persona che vorremmo amare.

Non ascoltare cosa quella rabbia ha da dire, ancorchè ingiusta, significa fregarsene di andare a spegnere quelle fiamme, lasciare che continuino a divampare.

E noi lo sappiamo quale fuoco di dolore c’è dietro la rabbia, perché l’abbiamo vissuto anche noi. E abbiamo vissuto sulla nostra pelle quanto il non sentirci ascoltati abbia alimentato il nostro dolore e le sue fiamme. Sappiamo che vuol dire quando l’altro non ha saputo ascoltare il nostro dolore dietro le lamentele, le preghiere, i rimproveri che gli portavamo.
Ma niente… lui non capiva le nostre ragioni, pensava che il nostro fuoco era “sbagliato” e così non ascoltava cosa aveva da dire.
E così facciamo noi stessi.
Visto che questo fuoco è sbagliato, visto che non dovrebbe esserci, allora non me ne occupo e lascio che bruci tutto.

Ma l’altro continua a “venirci sotto” con la sua rabbia, con il suo fuoco.
Allora istintivamente proviamo ad usare la nostra rabbia per fermare quel fuoco e impedire che distrugga anche noi.
Pensiamoci: usiamo del fuoco per gestire altro fuoco.

Oppure chiudiamo gli occhi, non vogliamo vedere.

Cercare di stare con una persona vuol dire avere un progetto con lei: il progetto di essere felici insieme, per il tempo che ci sarà concesso.
Un progetto che è come la propria casa, in cui si vive in due.

Quando la persona che vorremmo amare viene da noi con le sue implorazioni, i suoi rimproveri e la sua rabbia vuol dire che in una stanza della nostra casa è scoppiato un piccolo incendio.

Spesso ci viene voglia di ignorarlo. Di dire all’altro: quest’incendio è roba tua. Non doveva accadere. Sei stato stupido o cattivo o distratto e qualcosa ha preso fuoco: ora sta a te spegnerlo.

Così ignoriamo quel fuoco come se fosse un problema dell’altro, come se non fosse giusto che occuparcene noi, come se fosse qualcosa che non ci riguarda.

Quel fuoco allora comincia a mangiarsi tutto: il nostro progetto, la mia stessa casa, abitata in due, ma comunque mia.
A quel punto vedendo le fiamme uscire fuori da alcune stanze, vedendo il fumo e la fuliggine aver avvolto tutto ci diciamo: ma che schifo di casa è questa!
Io non voglio vivere qua dentro!
Io non voglio vivere con qualcuno che appicca fuochi e non voglio restare ancora in questo stato di degrado.

Così di punto in bianco senti che quella casa non è più tua. Che quella casa, non ti riguarda.
Che non la vuoi più, che vuoi altro.

E così in quel momento, senza saperlo, rinneghi il tuo progetto, lasci che la tua casa bruci.

Quella casa era il tuo progetto.
E tu stai lasciando che bruci.

Quando la persona che vorremmo amare viene da noi con la sua rabbia, sta venendo da noi con il suo dolore.

Il suo dolore ci riguarda, giusto o ingiusto che sia perché, se non ce ne prenderemo cura, la nostra casa, il nostro progetto, l’amore che desideravamo, brucerà fino a distruggersi.

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Image by Николай Егошин on Pixabay

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