Diverbi di Interazione

Cosa sono
I Diverbi di Interazione sono una metodica elaborata nell’ambito più ampio dell’Analisi dell’Interazione, allo scopo di poter avere testimonianze “ferme” (scripta manent) da utilizzare al fine di riflettere con tempo e attenzione sulle interazioni umane.

Esempio:
Tra partner
A: Oggi andrò ad un corso molto interessante, non vedo l’ora.
B: Cerchi sempre occasioni per conoscere altre persone.

Dentro le parole pronunciate in questo frammento di dialogo, per esempio, si può notare che rimangono “imbrigliate” istanze delle due persone in gioco: bisogni, intenzioni, emozioni, interpretazioni, stati d’animo, ecc.

Se si avesse uno strumento efficace di analisi di questi scambi verbali, sarebbe possibile estrapolare qualcosa di sensato sull’interazione in atto, che possa magari diventare utile a migliorare le nostre relazioni.

Scopo dei Diverbi di Interazione
lo scopo dei diverbi di interazione è quello di dare uno strumento al SOGGETTO, per interpetare in modo più efficace e utile le situazioni relazionali che lui stesso sta vivendo. Infatti, anche se all’inizio ha senso lavorare su diverbi di Interazione scritti da altri, lo scopo ultimo è quello di diventare capaci di lavorare soprattutto sui diverbi di interazione scritti da se stessi.

Attenzioni
I diverbi di interazione sono costruiti seguendo alcune attenzioni sempre uguali. Queste caratteristiche sono risposte ad esigenze specifiche, motivate dal rendere questi diverbi il più efficaci possibili per lo scopo che hanno: permettere al soggetto di “vedere meglio” cosa sta succedendo in una interazione intersoggettiva cercando di venire confuso il meno possibile dai propri inconsci “conflitti di interessi emotivi e relazionali” e le frequenti distorsioni che fanno purtroppo parte dei limiti del punto di vista soggettivo.

Le attenzioni sono:
Riformulazione creativa.
De-personalizzazione.
Essenzialità.
Comprensibilità.

Riformulazione creativa

Questi frammenti di discorso vogliono essere il più possibile veritieri in quanto testimonianza di interazioni reali. Quindi il punto di partenza è qualcosa di realmente accaduto affidandosi soprattutto alla memoria: si cerca di ricordare in modo fedele una discussione avuta. Poi però, per essere efficaci allo scopo, hanno bisogno di una rielaborazione creativa, in cui magari si decide di “tagliare alcune parti”, di utilizzare espressioni differenti, di aggiungere qualche informazione utile. Insomma il proposito è in accordo con la frase di Gigi Proietti: «benvenuti a Teatro, dove tutto è finto, e niente è falso». Cioè l’intenzione è quella di mettere i cambiamenti creativi al servizio dell’emersione più limpida possibile dei punti cruciali di quell’interazione in atto.

De-personalizzazione

Per favorire un distacco di sguardo, le due persone in campo vengono definite semplicemente A e B, e non con i loro nomi o pronomi. Inoltre, attraverso la riformulazione creativa, quando possibile e utile, si cerca di togliere quegli elementi, come il genere, che li rendano riconoscibili.
Per esempio invece di scrivere:
A: «sono stata davvero fortunata!»
Potrei far dire ad A: «Che fortuna che ho avuto!»
In modo che non sia più in ecidenza il genere di chi parla.
Di solito, prima delle frasi, si inserisce una dicitura molto essenziale che definisce quale tipo di relazione ci sia tra le due persone: Tra partner; tra coniugi; tra fratelli; tra genitore e figlio; tra datore di lavoro e impiegato; ecc.
Questo perché la valenza affettiva ed emozionale cambia a secondo del rapporto. Inoltre, dal punto di vista dell’analsi dell’interazione, è fondamentale distinguere le interazioni simmetriche (tra pari) e quelle asimettriche, dove, per qualche aspetto, una persona è in posizione Up rispetto a potere e responsabilità; e l’altra in posizione Down (cfr. Watzlavick: Pragmatica della Comunicazione Umana).

Essenzialità

L’analisi dell’interazione, alla ricerca di elementi “super-soggettivi”, si concentra sull’essenziale, piuttosto che sui dettagli. In molti dialoghi reali possono comparire molte sfumature che non sempre è il caso di riportare nei diverbi di interazione. Inoltre, per quanto possibile, risultano molto più efficaci per l’Analisi degli scambi di poche battute (quando possibile è meglio condensare in solo due battute).
Esempio: Tra coniugi
A: Domani mattina a che ora devi iniziare a lavorare?
B: Non lo so, dipende da alcune cose come si incastrano…
A: va bè, ma non inizi prima delle 10.00, giusto?
B: Ti ho detto che non lo so, potrebbe anche darsi che devo iniziare alle 9.00, aspetto un messaggio domani mattina alle 8.00 per capire come organizzare la mattinata…
A: Insomma il tuo lavoro viene sempre prima di tutto, ti sto dicendo che ho bisogno di una cosa, possibile che io sia sempre l’ultima persona di cui ti occupi?!
B: Ma scusa… se hai bisogno di una cosa dimmi “ho bisogno di una cosa” e io vedo se riesco ad aiutarti, che diavolo di senso ha farmi mille domande se ti ho già detto che non so ancora come sarà la mia giornata!
Questo lungo scambio pieno di dettagli potrebbe essere reso semplicemente così:
A: Domani mattina a che ora devi iniziare a lavorare?
B: Non lo so ancora, dipende da alcune cose di lavoro.
A: Ecco, il tuo lavoro viene sempre prima di me!
B: Ma che dici?! Se hai bisogno di qualcosa, dimmelo, e io vedo se posso aiutarti, ma che senso ha farmi mille domande senza dirmi cosa ti serve!

Comprensibilità

Se si sta scrivendo un Diverbio di Interazione che verrà letto anche da altre persone, oppure che potrà essere riletto dopo molto tempo, è importante a volte inserire dei dettagli che non erano presenti nel dialogo reale, ma che servono a chi legge per avere chiari alcuni elementi indispensabili di contesto.
Esempio di un dialogo reale tra amiche
A: Perché ti sei incupita? A chi stai scrivendo?
B: Mi è arrivato un messaggio di Luca.
A: Oddio! Ancora! E che fai… gli rispondi pure? La vuoi smettere di farti del male da sola?!
In questo caso sarebbe utile aggiungere nel Diverbio qualche informazione mancante (accettando che diventi un po’ finto e didascalico, purché chiaro):
A: Perché ti sei incupita? A chi stai scrivendo?
B: Al mio ex.
A: Oddio! Quello che ti metteva le mani addosso? E che fai, gli rispondi pure? La vuoi smettere di farti del male da sola?!