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Posso affidarti la mia fragilità?

Sui social gira un brano, sul tema della fiducia in amore, che tocca fortemente le corde emotive di molti di noi.
Un testo però che secondo l’approccio della Relazione Amorevole, è molto rischioso.
La riporto qui, per aprire una riflessione critica (e non solo una risposta emozionale) a questa citazione:

«Vi dico questo: se accanto a qualcuno avete problemi di fiducia, scappate. Probabilmente avete ragione voi.
Fermatevi solo quando avete davanti due occhi e all’improvviso pensate che non servono difese.
Perché, alla fine, l’amore è questo.
Qualcuno con cui poter essere fragili…»

Riccardo Bertoldi , Punto e a cuore, Rizzoli editore.

Io credo che sia molto vero che l’amore sia in gran parte questo: la possibilità di sentirci abbracciati nella nostra vulnerabilità e fragilità.

Verissimo.
Però c’è una sfumatura nel modo in cui tutto il discorso è “indossato” che trasforma questa verità in una terribile trappola, a mio parere.

Questa è una di quelle frasi che ci fa sentire capiti nel nostro dolore e nel nostro bisogno di trovare finalmente un “cuore dentro il quale poterci finalmente riposare”.
Per questo sono frasi che ci piacciono tanto.
Sono frasi che accarezzano il nostro dolore più profondo, ma, purtroppo, anche il nostro vittimismo.
Quando incontriamo queste frasi non ci soffermiamo a riflettere sul fatto che è una frase molto inaffidabile.

«Fermatevi solo quando avete davanti due occhi e all’improvviso pensate che non servono difese».

Ecco… pensiamoci bene: in verità ogni volta è stato così.

La persona con cui oggi abbiamo problemi di fiducia è la stessa persona con cui abbiamo pensato in qualche momento che ci potevamo fidare.

E questa onda può ripetersi svariate volte dentro uno stesso rapporto.

Inoltre pensiamo anche alla situazione speculare: quante volte alcune persone che noi amavamo si sono chiuse verso di noi, smettendo di fidarsi di noi e attribuendoci l’inaffidabilità che provavano.
Noi sapevamo di volere solo il bene dell’altro.
Eppure l’altro ci stava dicendo che non si fidava di noi, perché noi non eravamo degni di fiducia.
In quel momento noi sapevamo che stavamo ricevendo un’accusa ingiusta.

Ma non ci ricordiamo che potrebbero esserci errori di percezione, quando siamo noi a percepire.

Quando è l’altro a percepire male, noi ci disperiamo non comprendendo come possa succedere, ma riconoscendo che sta succedendo.
«L’altra persona ci sta percependo in modo erroneo, è entrato in idee erronee di noi». Lo vediamo.

Ma quando siamo noi a percepire, non entriamo nel dubbio.
Noi crediamo alle nostre percezioni, così come l’altro crede nelle sue.
Non ci diciamo: «io ora non provo fiducia per questa persona… Ma ciò accade perché davvero questa persona non è degna di fiducia, oppure accade perché io sono entrato in percezioni erronee?»
Non ce lo chiediamo.
Siamo capaci di dire: «l’altra persona non si fida di me, ma si sta sbagliando».
Ma non siamo altrettanto capaci a dirci: «non mi fido più dell’altra persona, ma forse mi sto sbagliando, forse non è colpa dell’altro, ma delle mie percezioni.»

Ma queste riflessioni e questi pensieri sono tremendamente complessi e “scomodi”.
Invece alcune frasi toccano subito la nostra emozione e i nostri sentimenti, con semplicità e potenza, e proprio per questo ci sembrano immensamente vere.

Questa frase, per esempio, racconta molto bene quali sono i nostri sogni.

«Se imparo a scappare dalla persona sbagliata, un giorno incontrerò la persona giusta, e nei suoi occhi amorevoli il mio cuore si potrà finalmente riposare, sentendosi al sicuro».

Bellissimo.
Ma se per caso fosse solo un sogno?
Se per caso questa cosa nella realtà non esistesse?

Non rischieremmo di inseguire per tutta la vita un sogno, senza raggiungerlo, perdendoci per strada qualche realtà, magari meno luccicante, ma molto più preziosa?

Se mai un amore sarà possibile lo sarà perché smettiamo di inseguire un amore “da sogno”, irrealistico, e iniziamo a rapportarci alla realtà… al fatto che siamo tutte persone con limiti e difficoltà e sottoposte alle nostre percezioni soggettive spesso fallaci. Percezioni che a volte ci fanno pensare che possiamo fidarci e a volte il contrario.
Siamo persone con stati d’umore fluttuanti e incostanti.
Stati d’umore che in qualche momento ci fanno riporre fiducia in ambiti in cui dovremmo essere più razionali, ed in altri momenti ci fanno togliere la fiducia in ambiti in cui dovemmo essere meno reattivi.
Siamo persone umane.
Complesse, dolenti, reattive e costituite di realtà.
Se vogliamo un amore reale, dobbiamo andare a conquistarcelo nella realtà, non nei nostri sogni.

E noi ci proviamo ad andare nella realtà a realizzare un amore, ma prima o poi finiamo sempre nell’amarezza, e nel pensiero che quella determinata realtà ci abbia “deluso”.
Che quella persona, che speravamo fosse quella giusta, ci abbia deluso.

Ma forse non ci ha deluso lei, ma ci siamo illusi noi.
Forse stavamo chiedendo a quella persona qualcosa che nessuno ci può dare.
Pensiamoci bene: se per caso andiamo ad aspettarci dalle persone qualcosa che nessuno può dare, saremo condannati alla delusione e all’amarezza, e ad un eterno dolente girovagare senza requie.
Perché passeremo da continue e laceranti altalene di «Che gioia, ho trovato ciò che cercavo» a «Che dolore, non lo è, mi ha deluso».

L’amarezza distrugge i nostri incontri.
E l’amarezza si basa su percezioni.
Se sono corrette va bene.
Ma se fossero sbagliate noi staremmo distruggendo sistematicamente tutti i nostri incontri per colpa di percezioni sbagliate.

E la nostra percezione dipende da ciò che ci aspettiamo.
Se ci aspettiamo qualcosa che non esiste, saremo condannati all’amarezza.

E qui emerge un punto davvero fondamentale.

È “come è fatta” quella persona, a donarci momenti d’amore?

A mio parere per essere meno amareggiati dovremmo comprendere che quel magico miracolo in cui possiamo essere fragili dentro l’abbraccio di un’altra persona, non sia qualcosa che riguarda il “come è l’altro”, ma è qualcosa che riguarda il “come è” quel momento.

Gli abbracci alla nostra fragilità sono MOMENTI.

Momenti magici che, in determinate situazioni si riescono a creare.
Esistono “momenti d’amore” e possono accadere con le stesse identiche persone con cui, in altri momenti, non riescono ad accadere.

Con la stessa persona posso vivere entrambi i momenti: quelli in cui mi sento abbracciato nella mia fragilità, e quello in cui non mi sento al sicuro. Con la stessa persona.

Perché i momenti magici in cui questo “abbraccio alla fragilità” si verifica non dipendono solo dal fatto che l’altro sia capace e disposto ad abbracciarci. Non dipende solo da quello!
Sono momenti in cui ANCHE NOI abbiamo troviamo il modo, lo stato d’animo e il coraggio di esporci nella nostra vulnerabilità.

Sono momenti in cui tantissime cose vanno in una posizione precisa che consente la realizzazione di quel momento.

Non è d’aiuto “personalizzarli”.
Personalizzarli come fa il testo qui sopra: “scappa da chi non ti fa vivere quei momenti, cerca chi te li fa vivere”.

È questo che è totalmente fuorviante e pericoloso nella nostra vita. Perché anche con chi li abbiamo avuti quei momenti, ci saranno altri tempi in cui quei momenti non accadranno.
Se a quel punto noi diremo: «mi ero sbagliato, di questa persona non mi posso fidare», e ci sentiremo traditi e cadremo nell’amarezza, ecco che renderemo molto più difficile il nuovo emergere di quei momenti.

Non aiuta personalizzare i momenti d’amore.

Non dobbiamo cercare la persona che, su un piatto d’argento, senza alcuna fatica, ci porta momenti d’amore (perché ci sarà, ma durerà poco); dobbiamo cercare, con le persone che abbiamo vicino, di ricreare le condizioni per quei momenti d’amore.

Non si tratta di “scappa da CHI non ti fa vivere quei momenti, cerca chi te li fa vivere”.

Ma di «scappa da COSA impedisce quei momenti, e cerca cosa te li farà vivere».

E ciò che ce li impedisce sono automatismi, spaventi, schemi mentali erronei, percezioni fallaci, condizionamenti familiari e culturali, e mille altre cose.

Ma sono alcune “cose” che ci impediscono i momenti d’amore con le persone, non le persone stesse.

Non si tratta di “scappare da una persona” e “inseguirne un’altra”.
Si tratta di scovare in noi le “cose” che ci stanno impedendo di creare momenti d’amore con le tantissime persone attorno a noi che sarebbero felici di viverli insieme a noi.

Lo ripeto, perché è importante:
Tantissime persone attorno a noi che sarebbero felici di vivere quei momenti con noi.
Ci sono, e sono tante.
Persone che non ci riescono così come non ci riusciamo noi.

Non si tratta di scappare da certi occhi, ma di tirarci fuori da certi meccanismi.
È qualcosa di mostruosamente differente e, se non lo vediamo, potremmo rimanere imprigionati per tutta la nostra vita nell’amarezza, nel vittimismo e nella solitudine.

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Grazie per chi mi fa sapere di averlo letto tutto.
Grazie per chi vuole partecipare al confronto, portare visioni differenti, farmi domande, commentare in qualsiasi modo.
Vi chiedo gentilmente di non copiare e incollare.
Grazie per le condivisioni.
Bruno
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Photo by Ricardas Brogys on Unsplash

8 risposte su “Posso affidarti la mia fragilità?”

Grazie infinite Bruno…le percezioni giuste…
Comunque credo che sia importante ora, guardare nei miei occhi e avere fiducia di me!

Ho letto tutto.Proprio vero.Alla base di tante relazioni infelici ci sono le aspettative reciproche , inevitabilmente deluse. Siamo schiavi di copioni automatici, che decidono per noi, fin da bambini.Non serve cambiare ballerino se non siamo capaci di danzare in coppia

Wow! Anna Rita!!! Grazie davvero. Hai avuto una capacità di sintesi straordinaria (dote che, a dire il vero, a me manca notevolmente… 🙂 ). Posso riutilizzare questa tua frase così efficace: «Non serve cambiare ballerino se non siamo capaci di danzare in coppia»? Davvero meravigliosa. <3

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